Com'è fatta una lucidatrice?

Com'è fatta una lucidatrice?

Sarete d'accordo con me che ancora prima di saper lucidare, dobbiamo sapere come è fatta una lucidatrice, e come si chiamano tutti gli strumenti di cui è composta e che andremo ad utilizzare.

COME È FATTA UNA LUCIDATRICE? - COMPONENTI

Partendo dal fatto che ci sono due tipi di lucidatrici, rotativa e roto-orbitale che in un altro articolo confronteremo, è importante capire da quali parti è composta ognuna di queste, così da essere padroni dei termini tecnici. Ci capiterà forse di dover sostituire un pezzo e andare a vedere un video tutorial su youtube ma se non sappiamo come si chiama quel pezzo o non conosciamo il linguaggio tecnico sarà difficile che ci capiamo qualcosa. Ma anche semplicemente per ordinare la vostra attrezzatura personale sul nostro shop fondamentale sapere come si chiamano le varie parti.

Cominciamo quindi da:

  • cavo di alimentazione, che io ho accuratamente accorciato per una questione di praticità;
  • interruttore di avviamento:
  • regolatore di velocità, di solito una rotellina posta in una zona facilmente accessibile mentre lavoriamo;
  • motore a spazzole, che sono le uniche a dover essere cambiate periodicamente;
  • bocchette di areazione per raffreddare il motore o le parti soggette a usura e a calore;
  • il platorello, che viene movimentato e che ospita il tampone con cui lucidiamo.

Le lucidatrici roto-orbitali hanno necessariamente bisogno di una chiave esagonale per svitare il platorello e cambiarlo con uno di dimensioni diverse, mentre nelle rotative si svita facilmente a mano.

Ogni lucidatrice ha la sua targa con le proprie caratteristiche e vi troveremo il nome del modello, la potenza e il range di giri.

In questo video vi illustro le mie assistenti, di cui non posso fare a meno in ogni lavoro di cui mi occupo.

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